Sono qui. Ora.


Marica Artosi


“Solo dopo la liberazione il sé incomincia ad articolarsi, a crescere e a sviluppare la propria creatività. E dove prima c’erano soltanto il temuto senso di vuoto o le temute fantasie grandiose, ecco dischiudersi un’inaspettata ricchezza di vitalità. Non si tratta di un rimpatrio, perché non c’era mai stata una patria, ma della scoperta di una patria”. Alice Miller

Sono una Conduttrice di Classi di Bioenergetica e Counselor Somatorelazionale, diplomata presso l’Istituto di Psicologia Somatorelazionale (IPSO) di Milano.

Di formazione artistica e musicale, mi sono laureata in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e ho intrapreso lo studio del pianoforte fino all’ottavo anno di Conservatorio con il vecchio ordinamento.
Mi sono occupata di progettazione grafica, comunicazione e linguaggi multimediali per circa 17 anni, lavorando in agenzie di comunicazione e studi di grafica con il ruolo di art director.

Contemporaneamente ho intrapreso un lungo percorso di ricerca personale e di lavoro psicoterapeutico, individuale e di gruppo. Nell’abitarmi, nel prendere consapevolezza delle mie risorse e dei miei limiti, ho sentito in modo sempre più forte l’esigenza di un’attività professionale che mi consentisse di essere autentica: così sono approdata all’Istituto di Psicologia Somatorelazionale di Milano e agli studi di counseling e bioenergetica.

Nella convinzione che la professione di Counselor richieda un continuo processo di crescita e di cura di sé, tuttora  continuo il mio percorso di psicoterapia corporea individuale, oltre a partecipare ai Seminari, Corsi di aggiornamento e esperienze di Supervisione.

Esercito la libera professione a Bologna e sono iscritta all’associazione di categoria Assocounseling con la qualifica di Professional Counselor certificata, nel rispetto della  legge n° 4 del 14 gennaio 2013.


Perchè il corpo

Sono stata una bambina silenziosa, indipendente, educata, coscienziosa; studiavo con diligenza e grande volontà e alcune passioni, come lo studio del pianoforte, diventarono presto vere e proprie dipendenze. Mancando un reale punto di riferimento ero vincolata all’immagine che volevo dare di me agli altri, per non deludere le loro aspettative, per essere ammirata e vista, rinunciando presto al sentire e al piacere.

Da quando ho ricordi, alla domanda “come stai?”, rispondevo: “stanca”.

L’energia dal mio corpo si era ritirata, procedevo a forza di volontà.
Soffrivo d’insonnia, avevo disturbi alimentari, ero quasi “afasica”, suonavo e studiavo.
Una parte di me, aggressiva, che ora riconosco come salvifica, si presentò nell’adolescenza, ma presto divenne autodistruttiva e con il crollo delle illusioni sprofondai in una severa nevrosi depressiva.

La depressione interruppe in parte certe dinamiche autodistruttive e affrontai dopo molte resistenze il primo percorso psicoterapeutico che mi aiutò a capire, ma non a comprendere fino in fondo, cosa fosse accaduto nei miei primi vent’anni di vita.
Fu un lavoro minuzioso che durò 8 anni.

Cominciai realmente ad “abitarmi” con la pratica della Bioenergetica che iniziai all’età di 33 anni e alla quale aggiunsi un percorso di psicoterapia corporea individuale e di gruppo.
Seguirono anni di grande dolore e sofferenza, ma anche la comparsa di una nuova istanza interiore: l’empatia con le mie ferite, con i miei blocchi, con i miei limiti e le mie impotenze.
Mi resi conto di come avevo trattato (ed eluso) i miei bisogni e i miei sentimenti, comprendendone anche il motivo, e accadde l’insperato.
Ricordo ancora l’emozione che mi colse.
Dopo un gruppo esperienziale residenziale di tre giorni, dopo un esercizio effettuato con i due psicoterapeuti al centro del gruppo, al rientro, nella settimana successiva cominciai a percepire per la prima volta un’energia corporea ‘indipendente’.
Un’energia che era esclusivamente e solamente tutta mia e che non mi lasciò più.

Ero finalmente corpo. Avevo scoperto la mia patria.

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“Il corpo mi ha sempre salvato, mi ha riportato alla vita”.

— Alexander Lowen